Ieri ho ascoltato un’ interessante relazione su animali buoni e animali cattivi e ho saputo come possono diventare feroci le tortore tenute in condizioni ambientali sfavorevoli e come i morsi delle vipere siano spesso meno letali del siero antivipera. Ho imparato anche che gli squali fanno molte meno vittime tra gli uomini di quanto gli uomini ne facciano tra gli squali per poterne utilizzare la sola pinna dorsale (cibo molto apprezzato dai ricchi cinesi).
I lupi poi sono stati per secoli il simbolo della ferocia e per questo hanno rischiato l’ estinzione, ma ora il loro numero è notevolmente aumentato e stanno ripopolando tutte le nostre montagne.
Essi vivono in branchi comandati da una coppia dominante (coppia alfa), che sola può riprodursi; gli altri individui del branco collaboreranno per l’ allevamento dei cuccioli. Le zuffe all’ interno del branco non mancano, ma solo raramente portano alla morte di uno dei due contendenti; quasi sempre uno di essi assume posture di sottomissione che inibiscono la carica aggressiva dell’ avversario.
Ci sono poi gli individui “omega” che hanno il compito di prevenire gli scontri e di limitare l’aggressività dei membri del branco.
Molto più pericolosi dei lupi, per l’ uomo, sono certamente cani e gatti domestici che causano malattie, ferimenti e anche decessi , di cui leggiamo spesso sui giornali.
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GESTIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO: DOPO la parte introduttiva della settimana scorsa , ieri ci sono stati illustrati gli interventi che si stanno mettendo in atto nella vicina Valle Bova per la difesa del erritorio, messo a dura prova da numerose frane in atto. E’ stato nteressante vedere come utilizzando legno dei boschi circostanti e pietre reperite in loco, si riesca a tamponare le ferite che l’ erosione ha apportato alle rocce divenute ormai friabilssime e vedere ricomparire, sotto a spessi strati di detriti e coperture di vegetazione traboccante, antichi sentieri con la loro originaria pavimentazione.