Ho visto un film di Hitchcok, qualche sera fa. Si intitola “Nodo alla gola” e racconta di due studenti che vogliono realizzare il delitto perfetto . Guardando su Wikipedia son venuta a sapere che il film ha preso spunto da un delitto veramente compiuto da due giovani in America.
Questo mi ha fatto ricordare quanto è accaduto 17 anni fa alla Sapienza di Roma, dove due giovani assistenti universitari hanno sparato su Marta Russo, una ragazza che passava per caso sotto la finestra del loro studio. Durante il processo venne fuori che anche loro avevano spesso espresso deliranti teorie sul delitto perfetto.
Tali idee non sono affatto originali, infatti ieri, rileggendo “Delitto e castigo” di Dostojevski, sono arrivata proprio al punto in cui al protagonista, anche lui studente di giurisprudenza, viene contestata la sua apologia del delitto perfetto, che lo aveva portato ad uccidere due anziane sorelle. Rodja, l’ assassino, teorizza però anche il diritto di alcuni uomini straordinari a compiere delitti con l’ approvazione della propria coscienza.
Penso che se Dostojevski sapesse di quali misfatti è stato l’ ispiratore, si rivolterebbe nella tomba, ma a sua discolpa potrebbe invocare il fatto che il suo romanzo è in definitiva un’ aperta condanna di certe teorie , visto che il suo personaggio comincia a sentire il tormento del rimorso e il desiderio di riscatto subito dopo il delitto ed è proprio nell’ esplorazione magistrale del suo tormento il fascino di “Delitto e castigo”
Chissà se anche nella realtà gli assassini cui ho accennato sopra hanno provato la stessa angoscia o si sono sentiti al di sopra delle leggi?