Oggi la Chiesa Cattolica constata con rammarico come, anche tra i fedeli praticanti, sia poco diffusa la consuetudine di leggere le Sacre Scritture, ma non potrebbe essere altrimenti, visto che per secoli tale pratica è stata scoraggiata e vista con sospetto. Se ne portavano a conoscenza del popolo solo certi brani accuratamente selezionati dalle gerarchie ecclesiastiche, spesso tramite le rappresentazioni artistiche (affreschi, quadri, …) che adornavano i muri delle chiese o, nel migliore dei casi, tramite riassuntini allegati ai testi catechistici. Credo di aver acquistato solo nei primi anni sessanta la prima edizione economica della Bibbia edita dalla San Paolo. Riporto qui alcune righe lette al riguardo sulla Treccani….
Nonostante alcuni importanti pronunciamenti, l’avvio di promozione biblica e di alcune edizioni cattoliche di rilievo, all’inizio della seconda metà del Novecento, la popolazione era impreparata ad affrontare l’argomento religioso in maniera critica e la Bibbia rimane un libro poco noto, quasi assente dalle case degli italiani: chi la legge è ancora guardato con sospetto. La Bibbia, in minima parte, si poteva conoscere a messa, ma, dal concilio di Trento fino alle disposizioni del concilio Vaticano II, per quattro secoli, ne veniva letta solo una minima parte, in un ciclo annuale, in latino. (Da Enc. Treccani)
Papa Giovanni Paolo II ha chiesto più volte perdono per il tempo in cui si credeva di diffondere il Vangelo e di salvare le anime con le armi e i roghi, ma ora la Chiesa dovrebbe chiedere perdono anche perché, mentre in ogni casa degli Ebrei si leggeva costantemente la Bibbia, mentre i protestanti ne diffondevano capillarmente la lettura tra il popolo, favorendo l’alfabetizzazione, la Chiesa Cattolica tollerava una religiosità legata spesso alla superstizione e a forme di culto paganeggianti vicine all’idolatria.
Fortunatamente molte cose sono cambiate, ma ci vorrà molto tempo prima di poter recuperare secoli di ritardo.