Nelle sere di maggio, è tradizione recitare il rosario nelle varie frazioni della parrocchia. Ieri sera, l’appuntamento era a Longone, sotto il portico di un casale molto antico, ben restaurato, ben tenuto e bellissimo.
Vi si accede da una viuzza stretta pavimentata coi ciottoli tondi di fiume che finisce in una piccola piazza da cui si gode una bellissima vista sul Pian d’Erba. Su un lato della piazzetta si apre un grande arco che porta a un cortile interno chiuso sui tre lati restanti dalle abitazioni; davanti a una di esse si apre un vasto portico destinato un tempo ad accogliere gli attrezzi agricoli e ora invece luogo accogliente per sostare all’aperto.
Il soffitto è in legno con travi a vista, una colonna incorporata in un angolo del muro fa pensare che sia stata recuperata da una precedente costruzione.
Quando arriviamo sono già state sistemate a distanza di sicurezza numerose sedie. Ogni tanto compare una rondine che vola sfiorando il soffitto del portico e se ne va. Quando la recita del rosario ha inizio, ecco ricomparire la rondinella, forse attirata dalle luci e dal mormorio cadenzato delle preghiere. Si va ad appollaiare su una piccola sporgenza nel muro e da lì ascolta e osserva quello che sta accadendo: ogni tanto scuote appena il capo nero, ma sta lì tranquilla a lungo.
Solo il canto finale pare disturbarla e allora spicca il volo e con un leggero frullo d’ali se ne vola via in un attimo e scompare nel cielo buio della sera.
Forse anche la rondine ha pregato insieme a noi.
Il poeta ha celebrato il “pio bove”, ora ci vorrebbe un altro poeta per cantare le lodi della “pia rondinella!