All’ UTE di Erba don Ivano ci ha presentato a più riprese e commentato alla sua solita maniera appassionata e coinvolgente, le immagini della Passione di Gesù dipinte da Sieger KODER. Ecco quanto ne avevo scritto .
Le figure sono tratteggiate in modo apparentemente rozzo, quasi naif, ma hanno una forza espressiva formidabile dovuta all’ uso dei colori, al tratto marcato che dà tragicità alle scene, all’ uso sapiente di simboli e alle inquadrature originalissime. Ecco ad esempio il quadro della condanna di Gesù:
Gesù è certo il protagonista della scena, ma lo si vede solo di spalle perchè con la condanna lo si vorrebbe cancellare dalla storia. Il suo corpo poi appare deformato dalla sofferenza della flagellazione, ma le sue mani gigantesche, legate e insanguinate sono lì in primo piano.
Esse dominano la scena e risaltano confrontate con le piccole mani adunche del dottore della legge che stringono ipocritamente i rotoli delle Sacre Scritture, come a giustificare, con gli antichi precetti, il verdetto di condanna che hanno emesso.
Sulla stessa linea , a destra, si vedono le mani di Pilato, immerse nell’ acqua e da esse gronda già il sangue del Giusto di cui si vuole proclamare innocente, ma il suo volto quasi pietrificato ci dice quanto possa essere vile chi cela dietro i formalismi la propria indifferenza e il proprio opportunismo.
Qui, nella scena della Crocifissione, la figura di Gesù non è proprio visibile, ma il pittore dipinge ciò che Lui sta vedendo mentre, sdraiato sulla croce, il soldato (di cui vediamo il braccio armato di martello e l’ elmo) gli inchioda le mani e i piedi. Gesù vede un cielo oscurato dall’ eclissi di sole (il sole è nero) e sopra di lui gli spettatori di quel momento tragico : ci sono uomini dal sorriso beffardo mentre dicono: – Ha salvato tanti, salvi se stesso ora!- Ci sono anche degli animali, ma questi sono inorriditi, come a dire che molto spesso le peggiori creature sono proprio gli uomini.
Guardando questo quadro lo spettatore è portato a identificarsi con quel Cristo che è sdraiato sulla Croce e che non si vede . Il pittore non mostra il sangue che scorre dal corpo di Gesù, ma è proprio questo che ci fa sentire lo strazio di quel momento: sembra quasi di udire un grido….