Rovistando tra i libri che trovano posto nelle varie librerie di casa, mi sono imbattuta in un libro , acquistato forse dai miei figli: “La festa dell’ insignificanza” di Milan Kundera.Come è mia abitudine non ho letto nessuna prefazione , ma ho cominciato a scorrere le pagine del romanzo e ben presto mi son resa conto del perchè di questo strano titolo…..Benchè la lettura sia piacevole e scorrevolissima, non si riesce a intravedere un filo conduttore nelle varie storie dei personaggi che interagiscono tra di loro, nè tantomeno si riesce a dare un senso alle incursioni tra personaggi come Stalin, Kalinin o Kruscev.
Il senso del libro è forse condensato in questo brano:
C’è una cosa, D’Ardelo, di cui volevo parlarle da tempo. Del valore dell’insignificanza. […] l’insignificanza mi appare sotto un aspetto del tutto diverso, sotto una luce più forte, più rivelatrice. L’insignificanza, amico mio, è l’essenza della vita. E’ con noi ovunque e sempre. E’ presente anche dove nessuno la vuole vedere: negli orrori, nelle battaglie cruente, nelle peggiori sciagure. Occorre spesso coraggio per riconoscerla in condizioni tanto drammatiche e per chiamarla con il suo nome. Ma non basta riconoscerla, bisogna amarla, l’insignificanza, bisogna imparare ad amarla. […] Respiri, D’Ardelo, amico mio, respiri questa insignificanza che ci circonda, è la chiave della saggezza, è la chiave del buonumore…”
Senz’ altro geniale l’ autore di questo libro, ma sinceramente io preferisco un altro genere di letture….