E’ stato assegnato a mio nipote Davide come lettura per le vacanze estive e ne ho approfittato per leggerlo.
E’ la storia di un gruppo di armeni e, in particolare, di una famiglia: gli Arslanian.
Siamo nel 1915, alla vigilia dell’entrata in guerra dell’Italia. In una tranquilla cittadina dell’odierna Turchia, vive questa famiglia agiata e benvoluta da tutti e la prima parte del libro, la cui autrice è una discendente dei protagonisti, è dedicata alla presentazione dei membri della famiglia e alla loro vita fatta di buone abitudini, di sentimenti semplici e profondi, di rispetto , di rapporti sereni con la comunità circostante. E’ la rappresentazione di un mondo che cerca di vivere al meglio la propria quotidianità, cercando di non pensare a quanto era già successo pochi decenni prima a causa dell’odio dei Turchi contro gli armeni. Ma poco prima di morire il vecchio patriarca della famiglia ha come il presentimento profetico dell’orrore che incombe sulla sua famiglia.
Di lì a poco infatti giunge un’ordinanza insensata e densa di presagi nefasti: tutti i capifamiglia armeni devono presentarsi alla polizia. Sempad, nuovo capofamiglia dopo la morte del padre, pensa di sfuggire al pericolo rifugiandosi nella vecchia masseria delle allodole e poco dopo la moglie lo raggiunge con tutta la famiglia e qualche amico. Ma quella che doveva essere un rifugio sicuro diventa, per la delazione di una spia, una trappola mortale per tutti i maschi che vengono trucidati per poterne saccheggiare le ricchezze. Le donne vengono deportate e avviate verso la morte attraverso un viaggio fatto di fame, stenti e violenze inaudite. Solo per l’aiuto di un gruppetto di amici, due donne e un bambino si salveranno e potranno raggiungere l’Italia dove si ricongiungeranno a un membro della famiglia, qui emigrato quando era appena tredicenne.
La lettura di questo libro è l’occasione per poter riflettere, ancora una volta, come alla base di ogni genocidio ci sia solo l’avidità di chi vuole trovare nella “razza” (la scienza dice che non ci sono razze diverse, ma un’unica razza, quella umana) il pretesto per derubare e dare sfogo agl’istinti più bestiali.
Purtroppo il genocidio armeno, che i Turchi ancora oggi cercano di negare, è stato solo l’anticipazione di quello che avverrà vent’anni dopo in Europa contro ebrei e minoranze in genere.
Il libro si legge velocemente, è ben scritto e le vicende narrate sono coinvolgenti soprattutto perchè hanno il sapore della verità.