Già ieri scrivevo il mio post, quasi-quotidiano, sul libro che ho cominciato a leggere ieri mattina e che ho già terminato, avendo avuto molte ore libere.
Il titolo italiano è ” Lettera a mio figlio sulla felicità” di Sergio Bambarèn, scrittore nato in Perù nel 1960 e naturalizzato australiano.
In questo libro lo scrittore racconta le tappe della sua vita intercalate da lettere indirizzate al suo bimbo di poco meno di un anno.
Racconta della sua infanzia felice vissuta in compagnia dell’ oceano e dei gabbiani, della sua passione sconfinata per il surf , dei suoi amati genitori , della scuola frequentata prima in Perù e poi nel Texas fino alla laurea. Poi il ritrovamento di una spilla regalatagli il primo giorno di scuola elementare dalla sua maestra e raffigurante un piccolo canguro, gli ispira il desiderio di trasferirsi in Australia alla ricerca di lavoro e di onde da cavalcare.
Qui trova un lavoro di grande prestigio che lo porta ad avere tante cose di lusso, ma che lo allontana sempre più da se stesso fino ad arrivare all’ alcolismo. A questo punto, durante una riunione di lavoro volge lo sguardo verso la finestra e vede di nuovo l’ oceano ….quell’ oceano che gli ricorda l’ infanzia e tutte le cose belle della vita che aveva trascurato da troppo tempo e, dopo un attacco di panico, si licenzia immediatamente.
Si disfa di tutto ciò che possiede e tiene solo il necessario per poter viaggiare per un anno intorno al mondo. L’ ultima tappa di questo vagabondare lo porta in Portogallo dove si accampa su una spiaggia e continua il suo “dialogo” con l’ oceano finchè un giorno gli si affianca sulla cresta diell’ onda , che sta cavalcando, un delfino che si mette a giocare con lui per tre giorni di seguito, poi scompare per non ricomparire più.
Questa esperienza lo fa sentire di nuovo pienamente vivo e partecipe della natura e ne scrive per tre settimane senza interrompersi. Tornato in Australia si trova un lavoro da fare da casa sufficiente a consentirgli di mantenersi dignitosamente , ma i suoi amici trovano il suo manoscritto e lo pubblicano a proprie spese. “Il delfino” , primo libro di Bambarèn, diventa in breve un successo mondiale e da lì comincia la sua vita di scrittore. Ora guadagna di nuovo molti soldi con i suoi libri, ma ne devolve il 90% in beneficienza, trattenendo per sè solo quanto basta a condurre una modestissima vita in riva all’ oceano.
Nelle lettere che indirizza al figlioletto traspare una grande sensibilità e una estrema dolcezza di sentimenti; qua e là compaiono anche citazioni di Gibran (che lui confessa essere uno dei suoi autori preferiti in gioventù) e alcuni passi sono aforismi carichi di saggezza. e di spiritualità, che mi è già capitato di citare in questo blog.
Qui riporterò solo le parole che compaiono nella prima pagina del libro:
La vita è breve…..Perdona in fretta, bacia lentamente, ama davvero, ridi sempre di gusto….E non pentirti mai di qualsiasi cosa ti abbia fatto sorridere, oppure piangere.”
Credo che cercherò di rintracciare ” Il delfino” …..mi pare allettante.