Ieri sera l’ ultima puntata della nuova serie di Montalbano ha avuto ascolti da record . Non è difficile spiegarsi il motivo di tanto successo: le storie di Camilleri sono ben costruite, Zingaretti è superbo in questo ruolo e i paesaggi siciliani che fanno da sfondo alle vicende narrate sono incantevoli.
Comunque quello che mi sorprende sempre sono i personaggi secondari, sia i collaboratori del commissario (Mimì, il rubacuori, l’ efficientissimo Fazio e l’ ineffabile Catarella) sia, e soprattutto, quelli che hanno ruoli meno importanti e a volte sono quasi solo comparse. Tutti, anche questi ultimi, recitano in modo mirabile: riescono con un gesto, con un modo di dire, con una smorfia o con l’ intonazione particolare della voce a rendere con rara efficacia il modo di fare tipico dei siciliani. Il quadro che ne esce è sempre particolarmente verosimile.
So che questa serie viene trasmessa anche in Inghilterra, ma mi chiedo cosa resti del fascino di questi racconti senza poter capire gli strafalcioni di Catarella o le invettive del medico legale o senza poter immaginare i sapori dei piatti che Montalbano si fa preparare da Adelina o dal suo oste preferito.
Chi è stato in Sicilia inoltre, guardando lo sceneggiato, sente il profumo del mare, il sole che brucia sulla pelle mentre la brezza la sfiora, rivede campi riarsi e giardini rigogliosi, paesi antichi dalle vie semideserte nelle ore più calde e si sente quasi attirare dentro la scena .
Spero che Camilleri scriva ancora tante storie : sono gradevolissime da leggere e anche da vedere in TV.