Non posso lasciar passare questa data, senza ricordare la famosissima poesia di Pascoli ” X AGOSTO”, che copio-incollo qui di seguito.
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l’uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano invano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!
Questa poesia che abbiamo cominciato a studiare già fin dalle elementari, magari solo per la parte che riguarda la similitudine con la rondine, è forse quella che meglio spiega l’ apparente semplicità del Pascoli , ma anche la profonda tristezza e il pessimismo che si cela dietro le sue rime cantanti e …. facili .
Dopo la lunga similitudine iniziale, ecco che si arriva al dramma: il padre ucciso, i familiari che aspettano, aspettano …. e allora il cielo, solitamente così distante e estraneo alle vicende umane, si commuove e inonda la terra, pervasa dal male, con un pianto di stelle.