Poesia: Come potevamo noi cantare…

La liturgia per la messa di oggi prevedeva la lettura del salmo 136 che copio qui di seguito:

1 Sui fiumi di Babilonia,
là sedevamo piangendo
al ricordo di Sion.
2 Ai salici di quella terra
appendemmo le nostre cetre.
3 Là ci chiedevano parole di canto
coloro che ci avevano deportato,
canzoni di gioia, i nostri oppressori:
«Cantateci i canti di Sion!».
4 Come cantare i canti del Signore
in terra straniera?

Il salmista ricorda le sofferenze della schiavitù sofferta in Babilonia e questi versi antichi hanno ispirato Salvatore Quasimodo, che ha raccontato le sofferenze della guerra e dell’ occupazione nazista in una sua bella e struggente composizione  : ALLE FRONDE DEI SALICI

ALLE FRONDE DEI SALICI.

E come potevano noi cantare
Con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.

In ogni tempo se si soffoca la libertà si soffoca la poesia e ogni espressione artistica…