C’era un tempo in cui avevo l’assicurazione sanitaria indiretta, perciò potevo scegliere il medico a cui rivolgermi e poi, espletando una pratica burocratica non sempre agile, potevo richiedere il rimborso delle spese.
Poi con la legge del 1978, ministro Tina Anselmi, venne istituito il S.S.N. e l’assistenza sanitaria fu unificata e uguale per tutti i cittadini. Dovevi fare un po’ di coda presso l’ambulatorio del medico di base, ma poi potevi avere la certezza di poter accedere gratuitamente a visite specialistiche ed esami in tempi ragionevoli . Nel 1982 furono introdotti i ticket sanitari e anche questo mi è sempre sembrato un provvedimento sensato: se puoi contribuire al mantenimento del S.S.N. in cambio della possibilità di poter usufruire di servizi costosi altrimenti inaccessibili, è cosa buona e giusta farlo.
Ora siamo invece in una fase mai vista nella mia non breve vita: il medico ti prescrive una visita, tu vai con la ricetta allo sportello dell’ospedale o telefoni al call-center e ti senti rispondere che non ci sono posti disponibili o ti devi rassegnare ad aspettare sei mesi, un anno e anche più…. e nel frattempo che faccio? mi tengo i miei guai di salute o attingo ai miei sudati risparmi e chiedo privatamente visite ed esami!!
E’ così che si sta piano piano insinuando l’idea che la salute non è più un diritto per tutti, ma solo per chi se lo può pagare e questo non è più democrazia…
Il S.S.N. va difeso prima che sia troppo tardi ed è molto apprezzabile l’iniziativa di cui si parla in questo articolo