Sono sulla banchina della stazione ad aspettare il treno. Una folata di vento gelido mi inducead allacciarmi meglio il colletto del cappotto e davanti a me una signora di età indefinibile, ma certo ancora giovane, sta facendo lo stesso mio gesto. Sorriderci a vicenda è del tutto naturale e questo rende altrettanto naturale cominciare a dialogare tra di noi. Lei, con due grosse valigie al seguito, mi chiede a che ora il treno arriva a Milano e quanto tempo si impiega per andare dalla stazione Cadorna alla stazione Centrale con la metropolitana.
Già…la metropolitana la preoccupa un po’. Lei viene da un piccolo paese e non è certo abituata a prendere la sotterranea. La tranquillizzo dicendole che c’ è sempre qualcuno all’ingresso a cui chiedere informazioni e che è comprensibile sentirsi un po’ a disagio quando si affrontano situazioni nuove.
All’ arrivo del treno saliamo insieme, ci accomodiamo l’ una accanto all’ altra e nel giro di quaranta minuti, tanto dura il mio tragitto, ci raccontiamo le nostre vite.
Lei è venuta per via di un lutto che ha colpito la sorella ,ma abita sulla Costiera Amalfitana e sta ritornando a casa. Io le racconto che sto andando a trovare un nipotino appena nato e le si illuminano gli occhi: anche lei ha avuto la gioia di diventare mamma!! Si è sposata tardi e sembrava che non avrebbe potuto mai avere figli, poi dopo molte traversie , ecco il miracolo! Le sembrava di toccare il cielo con un dito e non le pesava nessun sacrificio . E anche ora che il bimbo ha quasi tre anni ogni volta che lo guarda a lei sembra di essere in paradiso. Le piacerebbe avere altri figli, ma l’ età non è più dalla sua.
Parliamo anche della situazione critica in cui versa il nostro paese per la mancanza di lavoro; intanto il treno attraversa i paesi della Brianza resi un po’ tristi dalla giornata grigia e arriva alla stazione in cui io devo scendere; ci lasciamo scambiandoci auguri e saluti affettuosi, con la sensazione di esserci capite, anche se io non conosco il suo nome e lei non conosce il mio.
Io me la ricorderò sempre come “la mamma felice del sud”