Il potere temporale dei Papi e la costituzione di uno Stato Pontificio indipendente ha avuto origine non tanto dalla DONAZIONE DI COSTANTINO (oggi unanimemente riconosciuta come un falso), quanto dal fatto che con la caduta dell’Impero Romano i Papi si ritrovarono, in assenza di un’autorità civile, a rappresentare il solo punto di riferimento per la popolazione; a questo si aggiunga che molti Papi provenivano da ricche famiglie romane e portavano “in dote” anche parte dei beni di famiglia. Risalgono all’VIII secolo i primi atti notarili riguardanti le acquisizioni territoriali . Nell’epoca delle Signorie, con i Borgia e con Giulio II lo Stato Pontificio allargò i suoi confini facendo guerra alla Serenissima (Repubblica di Venezia).
Dopo la Rivoluzione e dopo le riforme napoleoniche, lo Stato Pontificio non fu in grado di modernizzare le sue strutture per stare al passo coi tempi, ma continuò ad esistere anche dopo il riassetto degli Stati europei, voluto dalla Restaurazione, grazie anche all’aiuto dell’Austria.
Pio IX, sembrò inizialmente ispirarsi a principi riformatori, ma dopo la proclamazione della Repubblica Romana (1849) si rinchiuse sempre di più e da quel momento fu la Francia a sostenere militarmente lo Stato Pontificio, nonostante il disaccordo con le altre cancellerie europee. Dopo la sconfitta di Sedan e la caduta di Napoleone III, il governo italiano può procedere alla “conquista ” di Roma che avviene il 20 settembre 1870, con la Breccia di Porta Pia.
Pio IX scomunica il re d’Italia e tutti i responsabili del blitz. Da quel momento ai cattolici italiani fu proibita, con il NON EXPEDIT, la partecipazione alla vita politica. Tale posizione fu ribadita anche dai successori di Pio IX.
Solo 100 anni dopo Paolo VI riconobbe che la fine del potere temporale fu una liberazione per la Chiesa che non dovette più occuparsi di compiti che esulano dalla sua missione. Ora il Papa può contare su un prestigio e un’autorevolezza di cui non godeva certo ai tempi del Papa Re.