In un’affascinante lezione la prof. Beretta ci ha illustrato con dovizia di particolari un gioiello dell’arte normanna a Palermo: la Cappella Palatina all’interno del Palazzo Reale, testimonianza perenne di come nella Sicilia di quel tempo coesistessero culture diverse: il Sovrano non solo non le mortifica, ma anzi le integra..
E’ da notare che nel 1130 i Normanni instaurano il loro governo sulla Sicilia, e su quasi tutta l’Italia meridionale e questo regno resterà territorialmente inalterato fino all’unità d’Italia.
Se all’esterno il Palazzo Reale non presenta nulla di particolarmente sorprendente, tutt’altro si può dire della Cappella Palatina, modesta per dimensioni, ma resa splendida dall’esplosione di colori dei mosaici tipici dell’arte bizantina, in cui abbonda la luce dell’oro e la maestosa ieraticità delle immagini pensate per l’elevazione spirituale delle anime. Se le cupole del presbiterio col Cristo Pantocratore , le figure dei profeti e degli evangelisti seguono lo stile bizantino, i pavimenti sono invece espressione dell’arte araba con motivi geometrici variamente combinati e intrecciati. Anche il soffitto ligneo sulla navata centrale è di grandissimo pregio .
Tra tutti i paesi mediterranei la Sicilia conserva le più importanti testimonianze dell’arte araba.
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Dopo un breve pensiero sulla guerra in Ucraina, il prof. Cossi completa il discorso sui rapporti tra Napoleone e la Chiesa, che diventano incandescenti quando l’imperatore vuole imporre al Papa il rispetto del Blocco Continentale per impedire che le navi inglesi attracchino ai porti italiani. Vista l’ostilità del Papa, Napoleone incamera i territori dello Stato Pontificio, il Pontefice risponde con la scomunica di tutti quelli che hanno contribuito alla fine del suo regno poi viene arrestato e portato come prigioniero in Francia dove resterà fino al 1814.
Questi anni di apparente sconfitta, determineranno invece una rinascita della Chiesa: aumenteranno sensibilmente le vocazioni religiose, si diffondono le scuole cattoliche di base e sorgono numerosissime congregazioni femminili.
Per Napoleone la religione fu solo uno strumento di governo e di potere.
NAPOLEONE E L’EUROPA.
Napoleone riuscì a battere le monarchie di molti paesi europei sostituendo i vecchi sovrani con alcuni dei suoi numerosi fratelli o con parenti o con generali a lui fedeli.
La sua parabola ascendente terminò però nel 1812 con la disastrosa campagna di Russia dove morirono seicentomila giovani di diversi paesi europei arruolati nella Grande Armata. Da quel momento il declino diventa sempre più evidente e Napoleone conobbe prima l’esilio all’isola d’Elba e la prigionia all’isola di Sant’Elena, seguita all’illusione dei “Cento giorni” e alla sconfitta definitiva a Waterloo.
Nel 1814 la Francia viene invasa, Napoleone e tutti i re da lui nominati vengono costretti ad abdicare e inizia così La RESTAURAZIONE.
Un pomeriggio interessante e le due ore di lezione sono volate via in un lampo.