UTE: Leopardi: La ginestra o il fiore del deserto- Camilleri

La prof. Tatafiore proseguendo il suo discorso su Leopardi filosofo, ha analizzato per noi oggi l’ultima composizione del poeta recanatese, quella che può essere definita il suo testamento poetico e filosofico: LA GINESTRA.

E’ una poesia molto lunga e complessa, fatta di versi endecasillabi e settenari divisi in sette lunghe strofe; in essa il poeta critica aspramente la cultura del suo tempo e sostiene che la ragione coglie una verità fondamentale: tutto è nulla.

Leopardi si identifica con la ginestra che cresce sul pendio deserto del Vesuvio, cosciente del fatto che il vulcano potrà distruggerla, ma la ginestra si realizza nello spargere il suo profumo e nel mostrare la sua bellezza: Così è il poeta, che pur tormentato da grandi sofferenze, gioisce nel “cantare” la sua poesia.

La ginestra, fiore del deserto, resta impavida nel suo ambiente ostile; gli uomini invece per sfuggire all’orrore della morte si rifugiano nella fede in un principio divino che possa sottrarli al loro destino, si creano illusioni che sopravvivono alle delusioni e li inducono ad amare la vita nonostante tutto.

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Abbiamo ritrovato oggi una cara, vecchia conoscenza dell’UTE: la prof.ssa Granata. La nostra docente ci ha guidato alla conoscenza di un autore contemporaneo molto conosciuto dalla gente soprattutto per il personaggio del Commissario Montalbano: Camilleri., Questi ,però, autore di  114 libri, non ha solo raccontato storie di investigazione poliziesca, ma ha scritto anche romanzi storici molto apprezzati.

Dopo alcune brevi note biografiche, con le quali la docente ha sottolineato la poliedrica attività di Camilleri e la sua sconfinata creatività espressa soprattutto in età avanzata, la prof. Granata ha poi cominciato a parlre del primo romanzo dell’autore Siciliano: Il corso delle cose.

In esso troviamo già tutto il mondo di Camilleri: la Sicilia di Porto Empedocle (Vigata), la mafia, le feste di paese a carattere religioso, la caratterizzazione puntuale dei personaggi; c’è anche  il commissario di polizia siciliano,  che lascia trapelare il suo senso di superiorità, è insofferente delle pratiche burocratiche ed è intuitivo; capisce non solo le parole, ma anche i gesti, gli atteggiamenti.

Già in questo primo romanzo (respinto prima da molti editori  e poi pubblicato nel 1978 con grande successo) Camilleri introduce qua è là dei termini in dialetto siciliano, più capace di esprimere sensazioni e sentimenti.