Ieri, 13 marzo, Don Ivano ha proseguito la presentazione della Riforma Protestante, tema che ha costituito il filo conduttore delle sue lezioni.
Poichè Lutero ritiene che la sola fonte attendibile sia la Sacra Scrittura, arriva alla fine anche a contestare i Sacramenti, che, fino ad allora, non erano mai stati ben definiti dalla Chiesa e che avevano preso via via forma nel corso dei secoli, seguendo la tradizione. Lutero ne riconosce solo due: il Battesimo e l’Eucarestia. Reagendo alla Riforma luterana, la Chiesa arrivò a definire numero e significato dei Sacrameni soltanto col Concilio di Trento.
Per quanto riguarda l’Eucarestia tuttavia Lutero non accetta la “transustanziazione” (pane e vino che si trasformano in corpo e sangue di Gesù), concetto elaborato da S. Tommaso D’Aquino, ma afferma che Gesù è presente nell’ostia in forza delle sue parole.
Nella seconda ora di lezione il Maestro Alessandra Zapparoli e il prof. Francesco Pintaldi ci hanno condotto nel mondo della musica russa pre-rivoluzionaria e post -rivoluzionaria.
Il filmato che ha accompagnato questa bella lezione è cominciato con il valzer n. 2 di Shostakovich, che con la sua sensuale leggerezza riesce a rievocare ancora atmosfere scintillanti, da Belle Époque.
A seguire abbiamo potuto gustare il brano finale del film “Fantasia” di Disney, la cui colonna sonora è tratta da “Uccello di Fuoco” di Stravinsky e, dello stesso autore, abbiamo visto e ascoltato brani tratti dal balletto intitolato “Petruska”. Già in queste ultime opere si comincia a sentire l’influenza del controllo politico post-rivoluzionario sulla musica, che non deve ricalcare le sonorità dell’occidente decadente, ma deve esaltare la forza e l’unione del popolo, pertanto la musica diventa imponente, monumentale, deve richiamare i ritmi delle danze e dei canti popolari … e quando all’arte si mettono dei paletti troppo rigidi, essa non può che soffrirne… La stessa pesantezza si avverte anche nella musica di altri autori: Prokofiev e Shostakovich.
Molto interessante è stato poi il confronto tra due “Lady Macbeth”: quella di Shostakovich e quella di Verdi. La prima più cupa e con sonorità più aspre, più melodica e gradevole quella verdiana. Ma la ciliegina sulla torta è stato il rivedere e riascoltare il “Coro dell’Armata Rossa”, famosissimo in tutto il mondo fino a qualche anno fa e la lezione è finita col ritmo travolgente del canto popolare “Kalinka” che ha trascinato tutti i presenti col suo ritmo incalzante.
Ormai durante queste lezioni, che sono attese da tutti, la sala dell’UTE è sempre al completo e alla fine gli applausi scrosciano spontanei e prolungati per ringraziare i nodtri bravi docenti per il loro splendido lavoro