Nella letteratura antica i mostri dell’ oltretomba hanno avuto un ruolo importante: davano forma alle paure che l’ uomo ha sempre avuto ed ha tutt’ ora davanti alla morte.
Tutti abbiamo letto del Minotauro, delle Arpie, delle Furie, di Cerbero , ma ieri la prof. Alberta Chesa ce ne ha dato una lettura comparativa, ha cioè presentato la descrizione di questi mostri attraverso i grandi poemi dell’ antichità: Iliade, Odissea, Eneide, Divina Commedia e Orlando Furioso.
La cosa più interessante, a mio avviso , è stato notare come mentre nei poemi greci e romani i mostri incutevano solo terrore , nella Divina Commedia essi diventano un tutt’ uno con la pena cui sono sottoposti i dannati affidati alla loro sorveglianza e assumono quindi anche una connotazione morale.
Il prof. Damiani poi ci ha incantato con la lettura integrale della lettera del capo indiano Seattle al presidente degli Stati Uniti, di cui ho già parlato in un post recente.
Scritta più di 150 anni fa da uno che veniva definito “selvaggio” è il più bel documento ambientalista che sia mai stato scritto….ogni volta la sua lettura mi commuove profondamente per l’ amore e il rispetto che traspare da ogni parola, verso tutti gli esseri viventi e verso la comune Madre Terra.
Interessante anche l’ esposizione di argomentazioni sulla scienza che deve cambiare metodo di ricerca e di indagine: non può più solo basarsi su ciò che è misurabile e sperimentabile, ma deve affrontare i fenomeni con una visione globale che sola può dare significato alle singole parti .