Man mano che si avvicinava la fine di quella mia seconda gravidanza, cresceva in me una determinazione: sarei andata all’ospedale solo per partorire , non avrei rivissuto in solitudine le pene del travaglio. Il ricordo del primo parto era ben vivo nella mia mente…..
Mancava ancora una decina di giorni al termine previsto e quella domenica mattina mi ero svegliata con un po’ di malessere, ma non ci avevo fatto caso; nel pomeriggio mio marito disse che stava andando un po’ al bar e allora mi feci accompagnare da mia suocera: non volevo stare da sola in casa con la mia prima bambina di appena 16 mesi.
Passai il pomeriggio sferruzzando e chiacchierando, ma ogni tanto avvertivo qualche doloretto: – Non sono certo i dolori del parto – mi dicevo – ci vuole ben altro….lo ricordo bene….
Si arrivò così all’imbrunire e mia suocera a un certo punto, guardandomi in faccia, mi disse che secondo lei era venuto il momento di andare all’ ospedale. Lasciai lì la bambina, con mio marito passai da casa a prendere la valigia che avevo preparato da tempo e andammo all’ospedale.
Alle 20.35 ero al Pronto Soccorso e alle 21 era nata Giovanna: ero così felice che tutto fosse andato nel migliore dei modi e la bambina era così bella….