La lezione di medicina del dr. Rigamonti è stata abbastanza impegnativa: si parlava delle infiammazioni, dei loro sintomi, della loro diagnosi e delle terapie da adottare nei vari casi. Il docente ha ribadito quanto sia importante non stroncare gli effetti di un’infiammazione assumendo medicinali in modo inadeguato, visto che nel momento in cui insorge un’infiammazione il nostro corpo mette in moto tutta una seie di reazioni difensive che potrebbero risolvere da sole la situazione. Solo in caso di prolungamento dei disturbi si potrà ricorrere ai medicinali.
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La seconda lezione aveva come tema una grande donna del Rinascimento: Bianca Maria Visconti Sforza (1425-1468).
In un periodo così felice per l’arte e per l’economia del nostro paese, ma così caotico per le continue lotte territoriali fra i vari signori, nelle famiglie più in vista anche le donne poterono accedere all’istruzione e tra di loro alcune dimostrarono doti non comuni di intelligenza, carattere, senso pratico e abilità politica. Bianca Maria fu una di queste.
Visse da bambina ad Abbiategrasso, dove ricevette un’educazione di ottimo livello; sposò, giovanissima, Francesco Sforza, che era diventatosignore della marca di Ancona. Ebbe otto figli. Si occupò sempre della loro educazione, ma, come si evince dal suo epistolario, si occupò con senso pratico e polso fermo anche dell’amministrazione della casa e fu avveduta consigliera del marito, che amava profondamente.
Quando a Milano morì Filippo Maria Visconti, venne proclamata la Repubblica, ma Venezia era in agguato per impossessarsene, quindi i Milanesi chiamarono Francesco Sforza e sua moglie e li nominarono Duchi di Milano. I nuovi Signori governarono saggiamente e Bianca sostituiva il marito, quando questi era impegnato in operazioni militari. I Duchi garantirono ai loro territori un lungo periodo di prosperità e intrapresero molte opere a favore dei poveri, della cultura, degli artisti. Realizzarono i Navigli, ospedali a Cremona e a Milano, contribuirono alla costruzione del Duomo e del castello Sforzesco.
Quando il marito si ammalò, Bianca diventò la reggente del Ducato fino a quando il figlio, Gian Galeazzo, prese le redini del governo. Questi aveva un carattere ribelle e mal sopportava il controllo della madre, pertanto Bianca Maria si ritirò a Cremona, dove morì all’età di 43 anni.
Anche oggi la sala Isacchi era al completo e tutti i presenti hanno molto gradito le lezioni odierne.