La dr.ssa Todaro inizia la sua lezione aiutandoci a ricordare quanto aveva detto la volta scorsa, ribadendo che occorre capire, riflettere e comprendere per prepararsi ad affrontare la malattia continuando a godere dei momenti positivi che la vita continua ad offrire.
Importante è il contesto in cui si vive la malattia: se si è circondati dall’affetto e dalle premure delle persone vicine, tutto può essere più sopportabile. Bisogna tener presente che il malato è prima di tutto una persona che merita rispetto e che ha delle esigenze che vanno rispettate con delicatezza ed equilibrio.
Come reagiamo a una diagnosi di malattia di una persona a noi vicina?
Certamente ognuno di noi è un caso a sé, ma in genere a una prima fase di choc, ne segue una di negazione della malattia (non ci credo, si saranno sbagliati…) e poi arriva l’iper-coinvolgimento (ossessionati dall’idea di aiutare il malato si è portati a strafare), la rabbia , il senso di colpa (perchè non me ne sono accorta/o prima che qualcosa non andava?), la paura (cosa succederà?), la tristezza e la solitudine (ci si concentra sulla cura e si tagliano i ponti col mondo). A tutto questo, auspicabilmente segue l’accettazione che non è rassegnazione passiva, ma il raggiungimento di un nuovo equilibrio nella propria vita quotidiana.
Come stare accanto al malato?
Ci sono frasi che possono aiutare il malato e altre che lo possono deprimere. quelle da ricordare sono:-Se vuoi sfogarti, io ci sono // Cosa vorresti fare ora? // Siamo qui tutti per te (per vincere il senso di solitudine del malato).
Quelle da dimenticare? Eccole: -Posso capire come ti senti (solo chi ha effettivamente vissuto la stessa sofferenza può permettersi di dire queste parole)// Oggi ti vedo proprio bene (meglio dire: oggi hai un bel colorito….) // Sii forte …(chi sta vicino al malato deve essere forte).
Come affrontare la morte?
La vita è una sequenza temporale destinata a finire, pertanto non vale la pena di sciupare il nostro tempo (poco o tanto che sia) pensando alla morte. Dice una vignetta di Snoopy: Non c’é momento migliore di questo per essere felici-Ci dovremmo allenare chiedendo spesso alla nostra mente di dirci un motivo per essere felice nella situazione che stiamo vivendo; se questo esercizio creerà in noi un’abitudine, anche davanti alla morte possiamo avere la speranza di vivere al meglio il tempo che ci rimane da vivere.
Dobbiamo assumere la consapevolezza che la morte fa parte di noi e che proprio per questo la vita va vissuta da protagonisti. Non posso determinare il “quando” la morte mi coglierà, ma posso determinare il “come” andarle incontro. Bisogna pensare alla morte con il coraggio che ci serve per vivere intensamente il presente, altrimenti ci toglie il gusto di vivere.
AL TRAMONTO DELLA VITA, CIO’ CHE CONTA È AVER AMATO (S. Giovanni Della Croce)
La sala oggi era al completo e tutti alla fine hanno applaudito calorosamente la nostra docente.