Nella prima metà dell’800, i paesi europei che già vivevano la prima rivoluzione industriale, avevano bisogno di reperire materie prime e quindi la loro attenzione si rivolse all’Africa, dove, nel tempo, avevano già stabilito dei punti di appoggio per le proprie navi nei porti costieri.
Si trattava di inoltrarsi nei territori interni dell’Africa, impresa resa ardua dalla natura stessa di quei territori. Bisognava trovare esploratori disposti a correre i rischi che tali imprese dovevano comportare; per questo nacquero le società geografiche in Francia, Inghilterra, Germania e, più tardi, in Italia.
La Società Geografica Francese finanzia le spedizioni di due avventurosi italiani Giovanni Miani e Pietro Savorgnan Brazza (da quest’ultimo prende il nome della città di Brazzaville) che risale il corso del fiume Congo.
L’inglese Livingstone parte come missionario, ma incontrando condizioni ambientali molto difficili, si diede all’esplorazione dei territori e se ne persero le tracce. Fu ritrovato da Stanley un inglese inviato alla sua ricerca da un giornale americano. Lo stesso Stanley diventa esploratore e uomo di fiducia di Leopoldo II del Belgio, per conto del quale stanley esplorerà e consegnerà al suo “datore di lavoro” un vasto territorio del Congo (diventato poi Congo Belga) come possedimento personale del re (che instaurò su quelle terre un feroce sistema di sfruttamento),
L’ Italia, impegnata nella costruzione di un stato unitario, arriva tardi sulla scena delle esplorazioni. La Società Geografica Italiana invia Bottego, che, partendo dai porti detenuti dalla compagnia mercantile Rubattino, si dirige verso le terre interne dell’Eritrea.
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STORIA DELLA MECTEX – Il dr. Aurelio Fassi ci ha raccontato oggi la straordinaria storia di una gloriosa impresa che per molti anni ha portato nel mondo il nome di Erba: la Mectex, una ditta a conduzione familiare, che ha preso origine da una preesistente fabbrica tessile sita in Abbadia Lariana di proprietà del nonno materno del nostro relatore. I suoi genitori lavoravano entrambi in quella fabbrica ed entrambi avevano studiato all’Istituto tessile di Como, dove si erano conosciuti. Il padre, appassionato di sci, ebbe l’idea di realizzare un tessuto elastico, che agevolasse i movimenti degli sciatori e, una volta sperimentata la possibilità di produrlo, volle tentare l’impresa rinnovando la produzione, ma si scontrò con l’opposizione della suocera. Per questo, nel 1960, iniziò in proprio avviando la lavorazione con una sola macchina in un piccolo locale; quando l’attività si consolidò lui e la moglie aprirono una fabbrica, la Mectex, a Erba, dove successivamente si trasferirono anche come abitazione. Anche i loro quatto figli lavoravano nella fabbrica di famiglia, dopo le ore di scuola e durante le vacanze estive.
Si cominciarono così a produrre tessuti per l’abbigliamento sportivo: tute, giacche a vento, doposci. Fu la Mectex a fornire i tessuti per l’abbigliamento della “Valanga azzurra” e modificando la composizione dei tessuti li rese sempre più, nello stesso tempo, impermeabili e traspiranti. Anche i costumi dei più grandi nuotatori alle olimpiadi erano fatti con tessuti della Mectex. Tutti i marchi sportivi più importanti al mondo richiedevano i tessuti della Mectex.
Con l’arrivo sul mercato dei prodotti cinesi a prezzi notevolmente più bassi, comincia la crisi della ditta che finirà la sua produzione nel 2016.
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