Si sa che nell’antichità classica si dava molta importanza all’armonia tra corpo e mente (mens sana in corpore sano) e lo testimonia la diffusione delle terme presso gli antichi Romani e nelle terre governate dagli Arabi. Negli stabilimenti termali, oltre ai bagni in acque di diverse temperature, ci si sottoponeva regolarmente a massaggi benefici e rilassanti.
Con il Medio Evo, però, la cultura cambiò e tutto ciò che sapeva di cura del corpo assunse una valenza negativa, così non si parlò più di massaggi o di bagni nelle acque termali, anzi per molti secoli si ritenne molto nociva la pratica igienica del semplice bagno.
In oriente invece il massaggio è stato sempre considerato una pratica molto importante per la salute del corpo e della mente.
Solo nel XVI secolo in Francia, si riscoprono i benefici del massaggio, che si diffuse ampiamente in Svezia nel secolo XIX e poi nel resto dell’Europa.
Oggi il massaggio da noi è praticato soprattutto in ambito sportivo, ma può essere di grande giovamento in varie situazioni.
Esiste il massaggio svedese, che si caratterizza per l’esecuzione di differenti ma ben precise manipolazioni dell’intero corpo ma, a seconda delle esigenze del massaggiato, è possibile manipolare anche solo alcune aree.
C’è poi il massaggio thailandese: di ispirazione olistica, considera tutta la persona e si basa sul principio di “toccare per guarire”. Anche il massaggio ayurvedico, scienza molto antica, prende in considerazione tutta la persona e si prefigge il raggiungimento dell’equilibrio tra fisico, mente e spirito. Il massaggio TUI-NA viene impiegato per regolare la circolazione sanguigna e linfatica e per regolare il flusso degli ormoni; oggigiorno tuttavia viene sfruttato soprattutto per contrastare o alleviare sintomi dolorosi di diversa natura (dolori articolari, dolori muscolari, mal di testa, dolore cervicale, ecc.).
Il nostro docente, il sig. Turato, ci ha intrattenuto con passione e ci ha convinto, forse, a considerare di inserire nel nostro programma di vita quotidiana qualche seduta di massaggio: potremmo averne qualche beneficio.
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I nostri docenti di musica Maria Rosaria Cannatà e Vincenzo Petrucci ci presentano la figura di un musicista sconosciuto, non solo al grande pubblico, ma anche agli addetti ai lavori e che compare di rado nei manuali di Storia della musica:
Peter Arnold Heise!
I due docenti stanno conducendo uno studio approfondito su questo compositore che si concluderà con la pubblicazione di un libro su di lui, che speriamo di poter leggere presto.
Peter Arnold Heise, pur essendo di origine tedesca, nasce a Copenaghen l’11 febbraio 1830 e muore a Taarbæk il 12 settembre 1879. E’ un compositore danese di origine tedesca e la sua famiglia è di ceto elevato e benestante.
Perde la madre alla nascita e, per questo, si sentirà sempre molto solo. Sin da piccolo, manifesta la passione per il teatro e la musica. Infatti, nelle intenzioni dei familiari, avrebbe dovuto intraprendere la carriera giuridica e diventare avvocato, ma i voti eccellenti in campo musicale fanno loro cambiare idea. Si forma musicalmente a Copenaghen e a Lipsia.
Negli anni della giovinezza scrive la sua prima opera:” La ninna nanna di Aladino”. Dal 1857 al 1865 svolge l’attività di insegnante presso l’Accademia di Soro. Nel 1863 scrive un’opera teatrale per il Teatro di Copenaghen:” La figlia del Pascià”, opera composta da parti recitate e parti cantate, che ha un certo successo.
I nostri docenti spiegano che la scarsa fama di Heise è dovuta a due fattori: il primo è che scrive esclusivamente in danese, mentre i musicisti dell’epoca romantica si ispirano all’Italia, patria dell’opera; l’altro motivo è che, essendo di famiglia agiata, non ha mai avuto bisogno di mantenersi con i proventi del suo lavoro e quindi riesce a non sottostare alle leggi del mercato.
Appartenere a una famiglia benestante gli reca anche dei vantaggi: può intraprendere tranquillamente dei viaggi senza avere alcuna preoccupazione economica. Anche la moglie è ricca e non hanno figli.
Heise e sua moglie si recano in Italia, dove respirano e vivono l’atmosfera culturale e artistica di Roma. Qui soggiornano dal 1861 al 1862 e, oltre a visitare i monumenti e le ville della capitale, intrecciano rapporti con tante personalità artistiche del tempo. Conoscono persone molto interessanti, come il famoso pianista Giovanni Sgambati, e si avvicinano a una cultura e a un modo di vivere molto diversi da quelli dei paesi del Nord Europa.
Heise afferma che a Roma si sente in un’”oasi di pace”, nonostante il periodo non proprio tranquillo che sta vivendo l’Italia per le guerre d’indipendenza che porteranno all’unificazione della nazione.
Nel 1862 torna in Danimarca e si dedica alla composizione. Nel 1882 scrive la sua opera più famosa:” Drot og Marsk” (Il re e il maresciallo), che racconta la storia dell’assassinio di un re medioevale (Eric V).
I docenti concludono la loro lezione con una curiosità: a 20 anni avevano diagnosticato ad Heise una malattia cardiaca e un medico gli aveva predetto che sarebbe morto d’infarto a 49 anni. Infatti così è stato!
Peter Arnold Heise muore il 12 settembre 1879!