La prof. Manuela Beretta, riprende il filo del discorso della lezione precedente, puntualizzando la grande importanza della scuola Bauhaus nell’arte del XX secolo, nonostante la sua vita sia stata brevissima: 14 anni, dalla fine della prima guerra mondiale alla presa del potere di Hitler. Essa era finanziata dal governo socialdemocratico della Turingia, ma nel 1924 cambiò la maggioranza politica di quello stato e terminarono anche i finanziamenti. I docenti, nel 1925, decisero di rescindere il contratto che li legava allo stato e la scuola si spostò a Dessau. Gropius, il fondatore di Bauhaus, pensò allora che la sua scuola doveva essere indipendente sia dalla politica, sia dal punto di vista economico e fu fondata una S.P.A. che doveva vendere gli oggetti prodotti all’interno della scuola stessa. A Dessau Gropius ottenne di poter costruire un complesso di edifici che dovevano ospitare tutte le attività connesse con la scuola e il suo progetto fu davvero innovativo. Partendo dal principio che ” è la funzione che determina la forma” realizzò la nuova scuola con criteri di essenzialità e con materiali nuovi, soprattutto metallo e vetro. Nel complesso erano previsti: aule, laboratori, teatro, uffici, residenze per studenti, villette per i docenti; tutti gli arredi e gli elementi costruttivi erano studiati in base alla loro funzione e realizzati con criteri minimalisti: tutto doveva essere essenziale e il colore
prevalente era il bianco. Il periodo di Dessau (1925/1930) fu il più fiorente, anche perchè si riuscì a realizzare una stretta collaborazione tra arte e tecnica (industrie locali). Nel frattempo però in Germania l’aria si faceva sempre più pesante: avanzava il partito nazional-socialista e aumentavano le pressioni sulla Bauhaus, vista come un covo di anarchici e rivoluzionari. Gropius si dimise nel 1928 e fu sostituito da Hannes Meyer , che introdusse lo studio dell’architettura, ma appena due anni dopo anche Meyer dovette dimettersi e se ne andò in Russia. Arrivò Van Der Rohe il cui motto era “LESS IS MORE” (meno è di più , meno è meglio). Nel 1932 la Bauhaus fu devastata e fu spostata in alcuni capannoni a Berlino. Un anno dopo Hitler andò al potere e il suo primo punto programmatico fu proprio la chiusura della Bauhaus e l’arresto di artisti e docenti che vi avevano operato.
Molti oggetti realizzati in questa scuola compaiono oggi nei musei come esempi di una creatività, che diede una svolta al modo di fare arte e di produrre oggetti e palazzi. Anche oggi il design degli elettrodomestici e degli arredi che abbiamo nelle nostre case, deriva dalle idee e dal metodo di progettazione resi famosi dalla Bauhaus. Anche la stessa IKEA segue la stessa filosofia minimalista e razionale.
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Il nostro docente, scienziato/poeta prof. Damiani, ha continuato a parlarci della inseparabilità dello ST(Spazio-Tempo), in cui siamo sempre immersi. Ci illudiamo che l’universo sia una distesa ordinata di eventi che accadono in uno spazio assoluto, ma solo le posizione reciproche sono oggettive: voler definire come oggettiva una posizione di un qualunque elemento è come piantare una bandiera nel mare, visto che tutto si muove insieme alla terra che ci ospita, in un universo in movimento perenne. Il prof, Damiani ha anche oggi citato una frase di Gibran: “Il passato e il futuro si incontrano in costante e silente comunione” e penso che non gli dispiacerebbe sapere che unisco a questa breve sintesi un passo del suo poeta preferito:
E un astronomo disse: Maestro, che sai dirci del Tempo?
Ed egli rispose:
Voi vorreste misurare il tempo, che è smisurato e immisurabile.
Vorreste conformare la vostra condotta, e perfino guidare il corso dello spirito, secondo le ore e le stagioni.
Vorreste fare del tempo una corrente sulle cui rive sedervi a guardarla fluire.
Eppure ciò che in voi è senza tempo, sa che la vita è senza tempo.
E sa che ieri e domani non sono che il ricordo e il sogno dell’oggi.
E che quello che in voi medita e canta vive tuttora nei confini di quel primo momento che seminò le
stelle nello spazio.