A conclusione del suo ciclo di lezioni sulle emozioni, la psicopedagogista Lucia Todaro ci ha parlato della comprensione, vaccino per l’indifferenza.
Dopo aver ricordato brevemente le lezioni precedenti (attenzione quasi esclusiva all’intelligenza razionale nell’educazione dei nostri ragazzi a scapito dell’intelligenza emotiva, indispensabile per prendere decisioni valide nel tempo) la nostra docente è passata all’argomento del giorno: la comprensione.
Capire e comprendere possono apparire sinonimi, ma c’è una sostanziale differenza tra i due verbi: capire fa riferimento alla razionalità, comprendere significa prendere dentro di sè, interiorizzare. Una cosa capita la si può facilmente dimenticare, non è così se la si comprende.
La ricerca della felicità è basata soprattutto sulla capacità di stabilire buone relazioni; comprendere gli altri, provare compassione (nel senso etimologico di patire insieme) per gli altri implicano avere consapevolezza, motivazione ed esercizio.
Belle le citazioni riportate, qui ne trascrivo solo due: “Il mondo è un posto pericoloso non a causa di quelli che compiono azioni malvagie, ma per quelli che osservano senza far nulla” ( Einstein).- “Il vero male è l’indifferenza” (Madre Teresa) .
La felicità è una questione che coinvolge corpo, mente, cuore e spirito. Quest’ultimo elemento viene preso sempre più in considerazione dai filosofi di oggi, perché è con lo spirito (o anima) che riesco a dare senso alle cose che vivo e che mi consente di arrivare alla speranza in qualunque situazione.
L’indifferenza è associata ad assenza di emozioni, a freddezza emotiva a disinteresse per gli altri: è tipica di chi non ha senso di umanità. Ignorare qualcuno equivale ad annullarlo e se siamo noi a sentirci ignorati, si può sempre fare qualcosa per cambiare la situazione e non farsi annullare dall’indifferenza altrui. La comprensione è il vaccino contro l’indifferenza.
A questo punto è stato ribadito il concetto di empatia: capacità di comprendere le emozioni dell’altro , pur restando consapevoli di se stessi.
E’ importante infine: ricordare chi ci ha compreso e i momenti in cui ci siamo sentiti compresi, essere grati per ciò che si è e si ha, riprodurre nella memoria la comprensione per se stessi e per coloro che amiamo.
“Al tramonto della vita ciò che conta è aver amato” (S. Giovanni della Croce).