Il prof. Spagnuolo ha continuato a illustrarci il percorso che ha portato i paesi europei a unirsi per formare la Comunità Europea, che non ha solo finalità puramente economiche, ma anche quella di dirimere i contrasti tra i paesi membri ed evitare quindi il ripetersi delle tragedie che hanno insanguinato il “secolo breve” da poco alle nostre spalle.
La bandiera europea, dodici stelle in campo blu, sta a simboleggiare l’equilibrio tra gli stati membri; l’inno è la Nona sinfonia di Beethoven, più conosciuta come “Inno alla gioia”.
Come si è arrivati alla moneta unica? Il primo passo fu la creazione, nel 1978, dello SME che stabilì i tassi di cambio fra le varie monete; l’anno seguente fu creato l’ECU; nel 1995 a Madrid si scelse il nome della futura moneta comune: “EURO”. Nel 1998 nacque la Banca Centrale Europea con sede a Francoforte. La BCE definì le politiche economiche in collaborazione con le banche centrali dei vari paesi.
Si stabilì che i paesi della Comunità dovevano contenere l’inflazione al di sotto del 2% e che il valore dell’euro era pari a 1936,27 lire.
Nel 2001 anche la Grecia venne accolta nell’eurozona, ma a tal fine accettò un prestito di Goldman Sachs a condizioni gravose e per questo quando la crisi investì tutti i paesi europei, la Grecia ne soffrì molto più degli altri.
L’adozione dell’euro in Italia fu accompagnata da un notevole rincaro del costo della vita, perchè il governo del momento (Berlusconi) non tenne sotto controllo questo delicato passaggio, ma, a parte questo, fare parte dell’eurozona comporta anche molti vantaggi:l’euro è una moneta molto apprezzata in tutto il mondo.
Lo sapevate che l’euro è moneta ufficiale anche in altre parti del mondo, oltre ai paesi membri dell’UE? Hanno adottato l’euro infatti anche Andorra, il principato di Monaco, S. Marino, Città del Vaticano, Guadalupe, Martinica, S. Barthélemy nei Caraibi, Mayotte e Réunion, Azzorre, Canarie, Madeira, Kosovo e Montenegro.
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Il prof. Galli ha continuato a parlarci dei racconti per ridere, ricordandoci come il riso abbia effetti benefici sia sulla salute del corpo che su quella della mente.
Il filosofo Bergson si è interessato della comicità e ne ha individuato i meccanismi fondamentali: la ripetizione, l’inversione e le interferenze (che generano equivoci).
Per Pirandello bisogna distinguere la comicità dall’umorismo: la prima è la percezione di una realtà diversa da quella che dovrebbe essere, il secondo implica il coinvolgimento dei sentimenti.
Fanno parte da sempre della comicità le barzellette, di cui fu indiscusso mattatore il non dimenticato Gino Bramieri.
A conclusione della sua lezione il prof. Galli ci ha letto uno spassosissimo racconto di Stefano Benni e un altro di Campanile.
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La sala era anche oggi affollatissima e tutti hanno molto apprezzato le lezioni proposte dai nostri bravissimi docenti.