Come è noto, la prima stesura dell’opera più famosa di Alessandro Manzoni risale al 1823 e il suo titolo era: Fermo e Lucia. Il romanzo verrà poi ampiamente rivisto e rielaborato e verrà pubblicato nella sua versione definitiva nel 1842.
Manzoni scrive di getto “Fermo e Lucia” in un momento di grandi tensioni politiche (ricordiamo i moti di Milano del 1821 con l’arresto di Silvio Pellico, Maroncelli …) ed era sottoposto a sorveglianza dalla polizia austriaca. Inoltre , sua moglie aveva già notevoli problemi di salute.
Gli episodi raccontati sono gli stessi della versione definitiva e pure i personaggi sono gli stessi, anche se taluni hanno un nome diverso. Nei vent’anni in cui Manzoni si è dedicato alla rielaborazione del suo romanzo, ha incentrato la sua attenzione soprattutto sul linguaggio, ma ha ridimensionato e affinato anche la struttura complessiva del romanzo facendone un’opera estremamente armonica, in cui traspare anche, attraverso gli avvenimenti, l’attenzione alla psicologia dei personaggi. Manzoni dice di aver trovato la storia di Fermo e Lucia in documenti di archivio, ma questo è solo un artificio narrativo, perché tutto infatti è frutto della sua creatività.
Per scrivere un romanzo a sfondo storico, è necessario studiare a fondo il periodo in cui l’opera è ambientata e Manzoni si è ispirato molto all’opera dello storico Giuseppe Ripamonti (latinista del cardinale Federico Borromeo) e agli scritti dell’economista Melchiorre Gioia.
Don Ivano, come sempre, sa intrattenere in modo interessante e piacevole il suo uditorio.
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DIRITTO DI FAMIGLIA – Il prof. Spagnuolo riprende il discorso da dove è stato interrotto la volta precedente, commentando l’articolo 30 della Costituzione Italiana, nel quale è contemplato il dovere di mantenere ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio. Bisogna tener conto, per apprezzare la modernità e la novità di questo articolo, che nel 1946 quando si è cominciato a scrivere la Carta Costituzionale, erano ancora molto diffusi i pregiudizi contro le ragazze madri e la discriminazione verso i figli ingiustamente etichettati come “illegittimi”. Ciò si deve al grande successo riscosso in quel periodo dalla commedia di Eduardo De Filippo “Filomena Marturano”, che trattava in modo mirabile proprio questo tema: i figli sono tutti uguali e hanno gli stessi diritti solo per il fatto di essere stati messi al mondo.
L’articolo seguente, il numero 31, continua affermando che la Repubblica sostiene le famiglie bisognose, protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù.
Anche nella dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (1948) e nella Carta Sociale Europea (1961) si afferma l’importanza della famiglia come nucleo fondamentale della società.
Si è poi passati a evidenziare le diverse tipologie di famiglie: quelle nate da matrimonio civile (celebrato dal sindaco o da un suo delegato); quelle nate da matrimonio concordatario (matrimonio religioso); quelle originate da unioni civili (tra persone dello stesso sesso) o quelle economiche (nate per la semplice condivisione delle spese).
Il divorzio annulla il matrimonio civile, ma non quello concordatario (per il quale sono previsti comunque molti casi di nullità). In questi casi, la legge tutela principalmente i diritti dei figli.
Non possono contrarre matrimonio i minorenni se non per decreto del giudice che riconosca l’esistenza di particolari situazioni.
Sempre interessante ascoltare queste lezioni esposte con chiarezza, semplicità di linguaggio e indubbia competenza.