Ute: G. Pontiggia: opere – Fermi e i ragazzi di Via Panisperna.

Continuando il discorso su Gadda, il prof. Galli ha oggi parlato di alcune sue opere e in particolare di : Nati due volte”

E’ il racconto in prima persona del dr. Frigerio, il cui secondo figlio nasce gravemente spastico e nel libro sono raccontate alcune tappe della sua vita, ma anche il cammino di rinascita del padre che, superando pregiudizi, timori e sensi di colpa, arriva ad accettare la condizione del figlio e acquista una nuova  e più profonda visione dell’esistenza. I vari personaggi che compaiono nella narrazione mettono in evidenza l’inadeguatezza delle strutture scolastiche e sociali di fronte alla disabilità. Il tono è sempre ironico e satirico, anche se non mancano momenti intensamente commoventi.

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FERMI E I RAGAZZI DI VIA PANISPERNA – Grazie a Fermi e al suo gruppo di ricercatori, l’Italia è stata all’avanguardia nella fisica .

La fisica moderna nasce ai primi del ‘900 nasce con Einstein e con Max Planck scopritore della fisica quantistica. Fermi, entrato alla Normale di Pisa a diciassette anni, portò avanti i suoi studi di fisica da solo perchè in Italia non vi era alcuna facoltà di fisica moderna, scienza che era appena nata.  Date le sue capacità, gli venne assegnata una borsa di studio per andare a studiare in Germania.

Al ritorno in Italia, a soli 25 anni, gli venne assegnata la cattedra di fisica a Pisa e l’anno seguente si trasferì all’università di Roma, dove formò un gruppo di lavoro di cui facevano parte: Majorana, Amaldi, Segré , Pontecorvo. Inizialmente si occuparono di spettroscopia, ottenendo notevoli risultati, poi si dedicarono allo studio del nucleo atomico e, non conoscendo gli effetti della radioattività, maneggiarono materiali radioattivi senza adeguate protezioni : tutti ne subirono conseguenze.

Nel 1934 misero in atto esperimenti per produrre radioattività artificiale e arrivarono a produrre nuovi materiali. Per gli studi suoi e del suo gruppo, fermi ottenne il premio Nobel nel 1938, ma sono proprio di quell’anno le leggi razziali che indussero lo scienziato, sposato con una donna ebrea, a lasciare l’Italia per gli Stati Uniti, dove trovò appoggi importanti e anche gli altri suoi “ragazzi” lo seguirono. Poterono così continuare i loro studi seguendo il metodo di lavoro già sperimentato: condivisione e collaborazione.  E’ loro merito la costruzione del primo reattore nucleare.

Nel 1954 Fermi muore per un cancro allo stomaco; Amaldi, dopo un breve periodo in USA, ritornò in Italia e continuò la sua carriera universitari: i suoi testi di fisica vengono utilizzati da 70 anni in tutte le scuole superiori italiane. Majorana, forse il più geniale del gruppo, scomparve misteriosamente nel 1938 e di lui non si seppe più nulla: aveva 31 anni. Rasetti, dopo aver rifiutato di collaborare on l’industria bellica, si dedicò allo studio delle scienze naturali e morì a cento anni in Italia, dimenticato da tutti. Segré  seguì Fermi negli Usa e lì rimase come insegnante universitario  fino alla morte nel 1989; aveva partecipato alla costruzione della prima bomba atomica. Pontecorvo negli anni ’50 si trasferì in URSS, data la sua adesione al comunismo, e ivi morì nel 1993.

Grazie a questi pionieri ancora oggi la fisica italiana è tra le più avanzate nel mondo.