Ieri abbiamo putoto seguire in diretta differita di 80 anni la nascita dell’opera d’arte più rappresentativa del XX secolo appena finito : Gernika, il quadro di P. Picasso dedicato alla città basca distrutta dai bombardamenti a tappeto dall’aviazione tedesca e italiana. E’ l’unico quadro che l’artista ha eseguito su commissione del governo socialista, ancora al potere nel 1937, e doveva rappresentare la Spagna con un’opera del suo pittore più famoso nel mondo. Picasso non era molto entusiasta dell’idea, ma non potè rifiutare. Esitava incerto senza ispirazione, poi avvenne il bombardamento inutile e vigliacco di Gernika e decise che quello sarebbe stato il suo soggetto.
Con la guida della prof. Beretta, che ci ha mostrato i vari schizzi dei particolari prima, e dell’opera poi, abbiamo potuto seguire le varie fasi della nascita di questo capolavoro che non è solo una denuncia contro un episodio di guerra specifico, ma è la condanna della brutalità e della violenza in tutti i tempi e in tutti i luoghi.
Tra l’altro abbiamo anche potuto renderci conto dell’evoluzione dell’artista Picasso che ebbe a dire che a 17 anni disegnava come Raffaello e poi ha impiegato una vita per imparare a disegnare come i bambini, cioè non fotografando la realtà, ma ritraendo ciò che ci è dato conoscerne, guardandola contemporaneamente da più punti di vista.
E’ stata una bellissima lezione, che ha fatto comprendere la grandezza di un artista cui spesso ci si avvicina con scetticismo per la convinzione di non poterlo capire.
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Nella seconda ora, ci siamo divertiti a sentire (e a ricordare) a quali strani rimedi la povera gente ricorreva una volta per curare i vari malanni che sempre capitano nella vita di ognuno: ferite curate con ragnatele, o terra, o urina; segnature per dolori ossei e muscolari, pratiche pseudo-magiche per scoprire le cause di disturbi vari….Il tutto era intervallato dalla lettura di poesie dialettali del Porta o del Gottardi, poesie aventi come tema la medicina o i medicinali dei tempi andati.
Con questa lezione i docenti Ghioni, Gottardi e Carnini ci hanno salutato e dato appuntamento al prossimo anno.