UTE: Inaugurazione, lectio magistralis e la Rus’ di Kiev

Come ampiamente annunciato, oggi si è inaugurato l’Anno Accademico 2022/23 alla presenza del nostro Presidente, dr. Filippi, dell’assessore alle politiche sociali, del nuovo direttore della fondazione Casa Prina  e con il dr. Rigamonti in collegamento telefonico.

Dopo gli auguri e i saluti rituali, don Ivano ha improvvisato una “lectio magistralis” sulla forma e sull’origine di alcune lettere dell’alfabeto: la A (se capovolta) richiama la testa del Bue Api adorato in Egitto, mentre la D richiama la forma del delta del Nilo, anch’esso ritenuto una divinità perchè dalle sue acque dipendeva la stessa esistenza dell’Egitto. E la stessa lettera, la D, non a caso dà inizio alle parole DIO e DARE; l’avere in comune la stessa radice suggerisce che la natura essenziale di Dio è nel DARE, nel generare e se noi siamo stati creati a Sua immagine anche per noi il primo imperativo dovrebbe essere “dare, donare” non “avere e possedere”

LA RUS’ DI KIEV

La triste concomitanza della guerra in Ucraina, ha indotto don Ivano e altri docenti a scegliere come filo conduttore di un buon numero di lezioni la storia della Russia. Oggi ce ne ha illustrato le origini, che, secondo l’antico documento noto sotto il nome di “Cronaca di Nestore” sono da far risalire al 988 d.c.

Fu in quell’anno che il principe Vladimir riuscì a far convivere un consistente numero di tribù  nomadi che popolavano le  immense praterie circostanti. Per riuscire nel suo intento aveva puntato  sulla fede religiosa come elemento unificante, con riferimento alla Chiesa di Bisanzio, che aveva una liturgia molto suggestiva.

Quella prima entità territoriale fu chiamata “Rus’ di Kiev” dal nome del centro più importante, in cui Vladimir si stabilì con la sua numerosissima famiglia  (si parla di alcune mogli e di 800 concubine). Naturalmente tra i suoi innumerevoli eredi scoppiarono Faide feroci per assicurarsi il comando delle città più importanti.

La Rus’ di Kiev prosperò per circa due secoli, ma fu poi distrutta completamente dalla terribile invasione di una popolazione nomade tataro-mongola. Solo Novgorod, la città più ricca per i suoi commerci con le città baltiche, riuscì a resistere conservando il patrimonio culturale della Rus’ di Kiev , patrimonio che tramandò alla futura Russia.

 

La Sala Isacchi era quasi al completo e, con grande piacere. ho notato moltisimi visi nuovi e tra questi tante persone ancora giovani e questa è un’ottima notizia per la nostra UTE.