Il prof. Porro ha ripreso oggi il tema delle opere di Kafka. Prima di tutto ha richiamato i tratti essenziali della sua biografia, indispensabili per comprendere le tematiche del grande scrittore boemo. Non si possono infatti capire opere come “La Metamorfosi” senza conoscere i suoi rapporti difficili con la famiglia e , soprattutto, col padre.
Kafka comincia a scrivere i primi racconti già a 20 anni, ma la sua attività letteraria si intensifica nel 1912, quando conosce Felice Bauer, giovane prussiana di cui si innamora. E’ infatti di quell’anno, oltre ad altri racconti e a un nutrito epistolario, uno dei suoi scritti più celebri “La Metamorfosi” già citata, che ha come tema conduttore la rinuncia alle responsabilità di una vita a cui il protagonista non riesce a dare un senso.
Molto conosciuta è anche la “Lettera al padre” in cui affiora tutto il peso di un padre opprimente, che sa instillare solo sensi di colpa e nessuna autostima, imponendo leggi che non rispetta ed esprimendo solo giudizi negativi in ogni situazione.
Nel 1914 Kafka si fidanza con Felice, ma lo scoppio della guerra fa rinviare le nozze. Nello stesso anno comincia a scrivere il suo romanzo più conosciuto “Il Processo”, storia di Joseph, che una brutta mattina viene arrestato; sottoposto a un lungo processo, non sa come difendersi, perché nessuno gli chiarisce di cosa sia accusato e verrà poi condannato a morte.
Un altro racconto enigmatico è “Durante la costruzione della muraglia cinese” una raccolta di racconti postuma, che prende il nome da uno dei racconti ivi contenuti, che ha come tema l’incomunicabilità tra i singoli individui con l’imperatore, che rappresenta la divinità: la vita è assurda e non ha certezze.
E’ del 1922 l’ultimo dei suoi romanzi” Il Castello” rimasto incompiuto. E’ una storia spesso oscura e a volte surreale, centrata sui temi della burocrazia, della legge come ordine globale, e quindi dell’alienazione e della frustrazione continua dell’uomo; esso tenta di integrarsi in un sistema, che lo invita, ma contemporaneamente lo allontana, emarginandolo.
Kafka muore nel 1924 di tubercolosi (a soli 40 anni)
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IL GIUBILEO (don Ivano Colombo): Il giubileo trae origine dalla Bibbia: ogni 50 anni bisognava far riposare i terreni, liberare gli schiavi e condonare i debiti; c’è chi dice che non sia mai stato attuato.
In epoca cristiana esso risale all’anno 1300. Nel XIII secolo infatti la gente aveva atteso la fine del mondo per l’anno 1233 (1200 anni dalla morte di Cristo), poi anche nel 1260 si era diffusa questa credenza con riferimento a un passo dell’Apocalisse. Visto che non si era verificato il tanto temuto evento nelle date sopracitate, la gente si convinse che la fine del mondo doveva per forza accadere nel 1300, perciò la notte di Natale del 1299 i fedeli di Roma e dintorni si recarono alla sede del Pontefice per chiedere a furor di popolo un’indulgenza plenaria, che consentisse di accedere al Paradiso senza dover sottostare alle pene del Purgatorio.
Fu nel febbraio del 1300 che Papa Bonifacio VIII indisse il primo anno giubilare in cui, recandosi in pellegrinaggio alla basilica di S. Pietro (non quella attuale) e compiendo alcune pratiche di pietà si poteva ottenere l’indulgenza plenaria, che cancella tutte le pene connesse ai peccati già perdonati con la confessione. In seguito furono dichiarate basiliche giubilari anche S. Paolo fuori le mura, S. Giovanni in Laterano e S. Maria Maggiore. Il giubileo doveva inizialmente essere celebrato ogni 100 anni, poi ridotti a 50 e infine a 25 per consentire a ogni generazione di poterne usufruire.
Il grande afflusso di pellegrini (i Romei) dà origine alle vie (come la Francigena) che conducono alla città di Roma; lungo tali vie sorgono poi i punti di sosta in cui i pellegrini potevano rifocillarsi e riposare.