Con questa lezione la dr.ssa Maria Adele Pozzi ha spiegato il motivo per cui i truffatori prendono di mira preferibilmente gli anziani.
Il nostro cervello infatti si compone di tre parti: la parte rettiliana soprassiede agli istinti, una seconda parte o sistema limbico regola le reazioni e la terza parte o neo-corteccia è sede della razionalità e del pensiero ed è anche quella che completa il suo sviluppo intorno ai 25 anni, ma è anche la prima a risentire dei danni da invecchiamento.
Tutti noi siamo sottoposti a stress in modo diverso a seconda delle situazioni in cui ci troviamo, ma è anche diverso in ognuno di noi il livello di tolleranza dello stress. In caso di pericolo, può accadere a una persona anziana di non riuscire a controllare pienamente le emozioni e di non trovare il modo più efficace per reagire.
Importante è saper riconoscere le intenzioni delle persone con cui ci troviamo a interagire. Le tecniche suggestive (quelle messe in atto dai truffatori) puntano alla nostra emotività e tendono a farci confondere, tanto da non riuscire a trovare la reazione giusta, più appropriata.
Il trauma da truffa è molto pesante e persiste nel tempo, portando alla depressione. In questi casi è bene non chiudersi in sé stessi per la vergogna di essersi lasciati circuire, anzi bisogna parlarne coi familiari e se necessario ricorrere anche allo psicologo o allo psichiatra.
E’ poi sempre bene segnalare truffe andate a segno o anche solo tentativi di truffa alle autorità, senza lasciarsi frenare da timori ingiustificati.
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Don Alessandro Vismara continua il discorso sulla diffusione del cristianesimo nelle nostre zone soffermandosi sul termine Brianza.
In origine, il termine stava ad indicare il monte omonimo e un ristretto territorio circostante su cui sorgevano alcune chiese; esso è comparso per la prima volta in un documento, relativo a una donazione di terreni, datato 16 agosto 1107.
Con i Visconti si cominciò a parlare di Martesana (termine che deriva probabilmente da Castelmarte, luogo in cui sorgeva una fortificazione militare romana) per indicare un vasto territorio che andava da Milano a Erba, Cantù, Agliate, e tanti altri. In questi territori nel corso del IV secolo d.C. era ancora prevalente il culto pagano; solo nel V secolo sorsero le prime chiese e i primi battisteri (prima bisognava andare a Milano per farsi battezzare). I primi luoghi di culto cristiano sorgevano all’interno delle ville padronali (forse abbandonate) e vennero chiamate chiese plebane quelle che erano frequentate da tutta la popolazione del territorio in cui sorgevano. Le chiese plebane furono poi chiamate “pievi” e tale denominazione rimase fino al 1972 (quando furono sostituite dai decanati).
L’uso dell’acqua, dell’incenso, delle processioni e delle rogazioni già presente nel culto pagano venne adeguato alle esigenze della nuova religione.
Tra le pievi più importanti possiamo ricordare quella di Incino (Erba) e quella di Agliate, entrambe sorte accanto a un punto di guado del Lambro.
Le prime lapidi con scritte cristiane risalgono al V secolo; le lettere B.M. (alla buona memoria) contraddistinguono le iscrizioni cristiane, mentre le lettere D.M. (Dei Mani) caratterizzano le sepolture pagane.