L’argomento trattato dal prof. Porro oggi è l’”Antropocene” (da ANTROPOS=uomo e KAINOS= recente) che indica l’epoca nella quale l’Homo sapiens ha cominciato ad avere un impatto sull’equilibrio del pianeta. Da circa vent’anni, però, alcuni studiosi hanno adottato questo termine per indicare l’epoca recente nella storia della terra.
Ci sono pareri discordi sul suo inizio, quello che è chiaro, però, è che l’Antropocene mette in chiaro lo stretto rapporto che c’è tra la specie umana e il pianeta terra (l’ambiente).
In questi ultimi tempi gli studiosi sottolineano che spesso la storia umana è stata plasmata dall’ambiente naturale.
Per capire bene questa epoca bisogna ritornare un po’ indietro nel tempo.
Dal 1700 la scienza ha abbandonato l’idea che la creazione della terra risalga a circa seimila anni fa, (come dice la Bibbia) e gli studiosi pensano che il Big Bang sia avvenuto 14 miliardi e mezzo di anni or sono. Si devono, tuttavia, aspettare ancora milioni di anni per trovare la vita sulla terra.
Infatti, i procarioti (organismi unicellulari) appaiono 4 miliardi di anni fa e gli eucarioti (cellule dotate di nucleo), 2 miliardi di anni dopo. La comparsa di queste cellule avvia la vita pluricellulare sulla terra. Questa epoca si chiama “Eone Proterozoico” e va da 2.500 a 541 milioni di anni fa.
L’epoca successiva è la “Eone Fanerozoica”, che significa vita visibile, manifesta (da 500 milioni a 1 milione di anni fa), quando apparvero gli antenati degli attuali molluschi.
L’Eone Fanerozoica si divide in altre tre aree: l’Era Paleozoica (541 milioni di anni fa), durante la quale c’è l’esplosione Cambriana che porta all’ improvvisa comparsa di forme di vita più evidenti.
Questa fase culmina con la più grande estinzione di massa della storia della terra, quando scomparvero il 90% delle specie esistenti.
L’era successiva è quella “Mesozoica” (250 milioni di anni fa), quando arrivano i rettili (i Dinosauri).
Nel periodo Mesozoico, i continenti erano uniti (Pangea, cioè unico continente); poi si sono separati. Questa separazione è provata dalla scoperta che all’interno degli attuali continenti ci sono delle corrispondenze tra le formazioni geologiche che, se si uniscono, combaciano perfettamente.
Questo periodo Mesozoico termina 66 milioni di anni fa con la seconda estinzione di massa per l’impatto di una meteorite che causa l’estinzione dei Dinosauri.
E arriviamo così all’era Cenozoica (66 milioni di anni fa) quando scompaiono i Dinosauri e arrivano i mammiferi.
Nella scala dei tempi geologici, troviamo il Pleistocene e l’Olocene, il periodo in cui viviamo ancora e che è cominciato 11mila e 650 anni fa.
Da una ventina d’anni, però, gli studiosi dicono che l’Olocene è finito e siamo entrati nell’era Antropocene, nella quale l’umanità è diventata una forza naturale capace di modificare totalmente l’ambiente.
Negli ultimi 273 milioni di anni ci sono stati dei periodi interglaciali, cioè che stanno in mezzo a due glaciazioni. Le glaciazioni sono un fatto naturale, ci spiega il professore, perché dipendono dalle variazioni dell’orbita terrestre.
Probabilmente, prima del periodo Olocenico, 11 milioni e 650 mila anni fa, c’era stata una glaciazione. Adesso, con le nostre attività, stiamo ritardando la seconda glaciazione. Infatti, non a caso, uno dei temi più discussi in questo periodo è proprio l’aumento delle temperature.
Il professore ci parla, poi. della nostra specie, argomento che non aveva ancora toccato, e di come la specie umana si è evoluta dagli Ominidi all’Homo sapiens.
A poco a poco la nostra specie ha occupato tutto il mondo e ha modificato l’ambiente.
Continuando la sua lezione, il professore sintetizza le 4 transizioni che hanno portato l’umanità al periodo attuale Antropocene:
- Le attività agricole;
- Lo scambio colombiano (dopo la scoperta dell’America), che permise la diffusione delle stesse colture in tutto il mondo e lo scambio delle specie (Nuova Pangea);
- L’ introduzione della rivoluzione industriale con l’uso massiccio di combustibili fossili;
- La “grande accelerazione” dopo la seconda guerra mondiale quando l’umanità è entrata nell’età dei consumi e, come data precisa, il luglio del 1945 quando ci fu lo scoppio della prima bomba atomica.
La conclusione di questa lezione dovrebbe farci riflettere. Con la riduzione della “Biodiversità” ci dice il professore, si sta preparando una nuova estinzione di massa dovuta alla fioritura batterica.
Oggi, con le nostre attività umane, quali emissioni di gas serra, deforestazione e inquinamento, stiamo provocando una proliferazione di batteri nei fiumi e nei mari che potrebbe portare alla morte di tante forme di vita e della nostra. Questa situazione è molto preoccupante, ma, come è stato evidenziato nell’incontro del G20 di qualche settimana fa, forse l’uomo può ancora fare in tempo a porvi un rimedio e a evitare la propria autodistruzione!
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Il dr. Filippi ama fare incursioni rapide ed efficaci anche nel campo dell’alimentazione e oggi ci ha parlato del latte e dei suoi derivati. Come definire il latte? E’ un liquido opalescente costituito da un’emulsione di zuccheri e grassi sciolti nell’acqua. Noi siamo gli unici esseri viventi che si nutrono di latte prodotto da altre specie. Diversi sono gli animali che ci forniscono il loro latte, ma il più diffuso è certamente il latte vaccino, che contiene: acqua, grassi, lattosio (zucchero complesso che può essere di difficile digestione), ceneri (sali), sostanze aromatiche, leucociti, batteri, enzimi e fermenti lattici.
Innumerevoli sono i tipi di latte presenti in commercio:
Latte crudo, venduto direttamente nelle fattorie (la sua salubrità dipende dalle condizioni igieniche in cui viene prodotto; latte fresco pastorizzato (la pastorizzazione elimina i germi patogeni); latte fresco di alta qualità (è solo intero ed è pastorizzato); latte fresco microfiltrato (viene centrifugato per separare la panna, che viene poi omogeneizzata e rimessa dentro al latte); latte UHT (a lunga conservazione, sterilizzato ad alta temperatura per pochi istanti); latte sterilizzato (imbottigliato e portato a 120° per 15/20 minuti); latte ad alta digeribilità (senza lattosio); latte in polvere (dopo l’essiccazione può essere facilmente trasportato e conservato per molto tempo a temperatura ambiente.
Numerosissimi sono i derivati del latte:
latte condensato, panna, burro ( di diverse qualità), latticello (residuo della lavorazione della panna), siero (da cui si ricava la ricotta), fermenti lattici, distillati, tanti diversi tipi di formaggi.
Anche il latte va consumato con moderazione: non più di 250 g. al giorno