Oggi la lezione della prof. Tatafiore ci ha portato nel mondo un po’ inquietante delle fiabe russe, raccontandoci la fiaba di “Vassilissa la Bella”.
All’inizio assomiglia un po’ alla fiaba più famosa, qui da noi, di Cenerentola, ma poi assume toni molto drammatici, perchè Vassilissa odiata dalle sorellastre e dalla matrigna, viene mandata di notte nella foresta dove abita Baba Iaga, una strega mangiatrice di uomini, ma Vassilissa porta con sè una bambolina donatale sul letto di morte dalla mamma: quando si trova in difficoltà le basta parlare alla bambolina, darle da mangiare ed essa risolve ogni problema; la bambina alla fine potrà tornare vittoriosa alla propria casa e poi sposarsi con il re, rapito dalla sua bellezza.
Le fiabe hanno sempre a che fare col nostro sé più profondo e ogni personaggio rappresenta una parte di noi; la fiaba di Vassilissa la Bella è una storia di formazione: la buona madre è l’ente protettore che accompagna la prima crescita del bambino, ma ad un certo punto bisogna abbandonarla, lasciarla morire, per andare incontro alla vita accompagnati dal nostro intuito (la bambolina). Dobbiamo entrare in contatto con le nostre parti non positive (matrigna e sorellastre), abbandonare la famiglia di origine e inserirci in una famiglia acquisita forse meno accogliente e protettiva, basandoci sulle nostre forze e imparando a dare ascolto al nostro intuito. Affrontare la Baba Iaga significa affrontare le difficoltà della vita ed è così che Vassilissa diventa una persona matura e può “meritarsi” il lieto fine della storia.
La bambina riordina la casa per ordine di Baba Iaga? Significa che è necessario mettere ordine nella propria psiche: il bucato è purificazione, i vestiti sono le sfaccettature della nostra personalità. Come curare la psiche? Con la meditazione e col silenzio. La fiaba è molto complessa e piena di personaggi misteriosi e inquietanti, proprio come la nostra vita è spesso misteriosa e inquietante.
Bisogna domandarsi che cosa vogliamo veramente, di che cosa abbiamo davvero bisogno e non scegliamo in modo non ponderato, accontentandoci di ciò che è a disposizione. La nostra vita è un giardino che va curato e ci sono cicli con i quali dobbiamo metterci in armonia.
Molto interessante questo modo di leggere le fiabe: ci aiuta a interpretare i nostri sogni e le nostre paure e a capire qualche cosa in più di noi stessi.
Un riconoscente arrivederci al prossimo autunno alla bravissima e simpatica prof. Brunella Tatafiore!!!