Ute : Piero Chiara – Avicenna.

Piero ChiaraDopo una giovinezza turbolenta e scioperata, Chiara approda a un impiego nell’amministrazione giudiziaria, incarico che ricoprirà fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, quando fuggirà in Svizzera. Al ritorno si dà al giornalismo, alla scrittura di romanzi e alla traduzioni dal francese e dallo spagnolo. Quando decide di tradurre il Satyricon avrà l’aiuto di Rioncoroni , che ancora oggi è il depositario di tutta l’opera di Piero Chiara.

I suoi romanzi ritraggono la vita che si svolge nella sua città di Luino, dove, sotto l’apparente perbenismo, si nascondono passioni e vizi di cui si spettegola  sottovoce. Solo lo scandalo fa emergere la verità. Chiara ritrae tutto ciò senza mai esprimere giudizi morali; l’erotismo è una delle note dominanti, ma non cade mai nella volgarità.

Ama mettere a fuoco il mondo degli sfaccendati, che vivono nei bar giocando a bigliardo o alle carte, mondo che lui conosce bene avendoci trascorso la sua giovinezza; allo stesso modo punta il suo obiettivo anche sul mondo della parrocchia, fatto di ipocrisia e di finta integrità.

Riguardo alle donne pare avere uno sguardo cinico: tutte sono prima o poi espugnabili, però Chiara le tratta al pari degli uomini, infatti  racconta, senza condannarla, la ricerca costante di soddisfazioni erotiche sia da parte di uomini e di donne, con lo stesso distacco e la stessa ironia.

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AvicennaNel VI secolo Giustiniano chiude le scuole filosofiche e in Occidente la ricerca filosofica subisce un arresto che durerà per secoli.

In Oriente invece si ha un gran fiorire di studi su Aristotele, basandosi però sugli scritti di due platonici come Plotino e Proclo. Ecco perchè i filosofi arabi sono portati a mescolare le due teorie e ad elaborarne una nuova ed originale.

Tra i grandi pensatori di questo periodo troviamo Avicenna, un uomo di straordinarie capacità intellettuali e operative: a sedici anni aveva già acquisito una cultura enciclopedica ed esercitava già la professione di medico; a diciotto anni aveva imparato tutto lo scibile di quei tempi.. Tutto questo senza rinunciare a una vita molto avventurosa e alla carriera politica. Di notte si dedicava alla scrittura e ha lasciato moltissime opere riguardanti vari campi scientifici.

La sua filosofia fonde aristotelismo, platonismo, religione islamica e religione ebraica. Per  Avicenna l’anima è l’essenza del corpo, che può essere percepita come separata dal corpo, quindi esiste e non muore (per Aristotele l’anima muore col corpo). In ogni anima vi è un Intelletto agente (capacità di percepire le forme astratte) in grado di conoscere la realtà attraverso l’astrazione delle caratteristiche comuni ai varielementi che la compongono.

Per Avicenna DIO è l’essere necessario che ha causato tutti gli esseri possibili (tutto il creato); in lui essenza ed esistenza coincidono e non possiamo dire niente di Dio, non possiamo definirlo. Dio è causa necessaria del mondo, Dio non può non creare.

Il Cristianesimo trasforma questa concezione di Avicenna e afferma che la creazione è un atto di libertà assoluta di Dio.

Bisogna qui aggiungere che la bravura delle nostre docenti, Meggetto e Tatafiore, è riuscita a tenere desta l’attenzione e a suscitare vivo interesse nei soci prsenti, che alla fine hanno ringraziato con un sentito e caloroso applauso.