UTE: Riforma: architettura – penitenza e conversione.

Quale riflesso ha avuto la Riforma Protestante sull’architettura?

chiesa-protestanteQuesta è la domanda a cui ha risposto oggi la prof. Manuela Beretta. Il primo cardine della Riforma Luterana consiste nell’imperativo: SOLA SCRIPTURA. Con questo il monaco ribelle voleva dire che la sola fonte cui un credente deve attingere è la Sacra Scrittura; da questo deriva che anche le immagini perdono di importanza e infatti le Chiese calviniste ne sono del tutto prive. Mentre, nell’età del barocco, le chiese cattoliche ridondano di decorazioni e immagini, le chiese protestanti assumono un aspetto ascetico, austero, che deve favorire l’ascolto della Parola. Sempre per sottolineare la centralità della Parola, la parte più importante nelle chiese protestanti è rappresentata dal pulpito dal quale il celebrante commenta  le Scritture ai fedeli raccolti in un’unica navata. Nelle chiese protestanti non ci sono tabernacoli, perchè l’osia consacrata non viene consevata, e non ci sono reliquie di santi. C’è la tavola della Cena, che spesso è una semplice asse di legno posta a ricoprire il fonte battesimale.

La Chiesa cattolica reagisce alla Riforma protestante convocando il Concilio di Trento, che fissa regole di austerità per l’iconografia religiosa, ma , mentre Roma vi si adatta con fatica, a Milano S. Carlo fissa regole minuziose per gli arredi sacri, per la loro disposizione e per la manutenzione delle chiese. E’ sempre S. Carlo a imporre che il Battistero sia esterno alla chiesa o almeno vicinissimo all’ingresso e inoltre fissa minuziosamente le dimensioni di ogni elemento dei confessionali, che invece sono del tutto assenti nelle chiese protestanti, visto che il sacramento della Penitenza non viene riconosciuto.

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Don Ivano ha continuato il discorso su Lutero, figura oltremodo interessante e, per certi versi, inquietante. Egli nei primi anni della sua vita monastica era ossessionato dall’idea del peccato e dal timore del giudizio divino, tanto che si confessava tutti i giorni, senza per questo riuscire a trovare serenità.

Egli riteneva che la natura umana fosse talmente impastata di peccato da non poter sperare nella salvezza se non per l’opera giustificatrice di Dio. Anche le buone opere sarebbero troppo poca cosa per poter sperare nella salvezza. Per questo l’uomo è chiamato alla penitenza, intesa come conversione.